A cura del Dott. Fabio Amorelli - Medico-Chirurgo - Oculista
Che cosa è la Chirurgia Refrattiva ?
Più della metà della popolazione mondiale è affetta da difetti della
refrazione tali da richiedere l'uso di lenti correttive. La maggior parte
della gente usa occhiali e/o lenti a contatto, ma molte persone in tutto il
mondo desiderano liberarsi dalla schiavitù dalle lenti.
E' stato a lungo un obiettivo degli oculisti di individuare delle
procedure per la correzione permanente dei problemi refrattivi, e da
oltre 100 anni si sperimentano tecniche chirurgiche per ridurre o
eliminare la totale dipendenza dagli occhiali.
Ciò è attualmente possibile con l'introduzione delle tecniche di chirurgia
refrattiva per la correzione della miopia e dell'astigmatismo. La chirurgia
refrattiva agisce modificando la forma della superficie anteriore
dell'occhio, attraverso una delle numerose tecniche micro-chirurgiche.
Attualmente esistono
numerosissimi interventi per correggere chirurgicamente i difetti
refrattivi. Tutti questi interventi consentono di eliminare (o per lo
meno di ridurre notevolmente) la dipendenza dagli occhiali o dalle lenti a
contatto. Come le lenti a contatto sono in grado di ridurre al minimo o
di abolire, le alterazioni delle dimensioni delle immagini, le modificazioni
dell'ampiezza del campo visivo, e gli errori di parallasse. Sono
particolarmente indicati in caso di anisometropie e di intolleranza alle
lenti a contatto, o quando l'utilizzo degli occhiali non consente di
svolgere le proprie normali attività.
Nessuno degli interventi di chirurgia refrattiva può consentire di
migliorare la visione più di quanto si possa ottenere con delle lenti a
contatto.L'intervento è in
grado di correggere solo il difetto di focalizzazione. Se la vista è
abbassata anche per altre ragioni, queste non verranno eliminate
dall'intervento.
Ovviamente è importante scegliere il tipo di intervento più adatto alla
propria situazione, tra le numerose opzioni disponibili.
Le valutazioni
pre-operatorie attualmente si sono molto perfezionate con l'introduzione di
alcuni sofisticati esami:
Autorefrattometria: consente una misurazione oggettiva (non
dipendente dalla collaborazione dell'esaminato) dei difetti refrattivi.
Viene eseguita da uno strumento computerizzato, che, in una frazione di
secondo, valutando come viene riflessa una luce infrarossa proiettata sulla
retina, è in grado di indicare le lenti più adatte a correggere il difetto
visivo di chi viene esaminato.
La pachimetria corneale: consente una accurata misurazione dello
spessore della cornea. La misurazione viene fatta o utilizzando una sonda
ad ultrasuoni, o strumenti ottici.
Topografia corneale computerizzata: Definisce con estrema precisione la
forma ed il potere di focalizzazione di ogni punto della cornea. L'
apparecchio, attraverso una sofisticata elaborazione computerizzata di
un'immagine riflessa dalla superficie corneale, è in grado di rappresentare
in vario modo (mappe colorimetriche, rappresentazioni vettoriali, indici
statistici) anche minime alterazioni della superficie corneale. È
utilissima per la diagnosi precoce ed il follow up del cheratocono, ed
indispensabile per valutare i risultati di un intervento di chirurgia
refrattiva.
La
tomografia corneale: consente di valutare sia la superficie
anteriore della cornea, sia la superficie posteriore, e di eseguire una
misurazione ottica dello spessore in ogni punto
Aberrometria: misura le alterazioni del fronte d'onda
emergente dall'occhio e generato da una sorgente luminosa virtuale posta in
corrispondenza della superficie retinica: È in grado di misurare
alterazioni della messa a fuoco più complesse di quelle che si possono
correggere con le sole lenti sferiche e cilindriche. Considera
l'influenza, non solo della cornea, ma anche del cristallino e di tutti gli
altri mezzi che concorrono alla focalizzazione delle immagini.
Come per tutte le procedure chirurgiche, infine, esiste sempre un piccolo
margine di imprevisto:
La precisione della correzione è tanto maggiore quanto più piccolo è il
difetto;
Nel
tempo può verificarsi una riduzione dell'effetto correttivo
dell'intervento;
Possono verificarsi irregolarità dei processi di guarigione;
La "qualità" della visione (sensibilità al contrasto, miglior visione
con lenti) potrebbe essere lievemente ridotta;
Sono possibili (ma rarissime) infezioni, o malfunzionamenti delle
apparecvhiature.
Come agisce la Chirurgia refrattiva ?
La chirurgia refrattiva è principalmente utilizzata per la correzione dei
problemi della visione a distanza, la cui causa può essere la miopia,
l'ipermetropia e/o l'astigmatismo.
La cornea è la superficie anteriore trasparente dell'occhio, che in
condizioni normali, contribuisce a focalizzare le immagini sulla parte
posteriore dell'occhio, la retina. La miopia, l'ipermetropia e
l'astigmatismo sono condizioni congenite nelle quali la cornea è troppo
curva, troppo piatta o asimmetrica e per conseguenza le immagini sono sono
proiettate sulla retina distorte o fuori fuoco.
Le tecniche di microchirurgia refrattiva agiscono appiattendo la zona
centrale della cornea nella miopia, incurvando la zona centrale della cornea
nell'ipermetropia, e appiattendo solo una parte della cornea
nell'astigmatismo. La chirurgia dell'astigmatismo è spesso effettuata in
associazione a quella della miopia o dell'ipermetropia.
Quali sono le tecniche chirurgiche applicate attualmente?
Sono sei le tecniche
di chirurgia refrattiva più comunemente usate in tutto il mondo:
Vediamo ora, in dettaglio le caratteristiche di ciascuna tecnica:
La Cheratotomia Radiale
Radial
keratotomy: Left: anterior view: Incisions into the cornea . . .
Right: . . . for lateral bulging due to tissue damage to flatten the
corneal center (lateral view)
E' utilizzata per correggere i casi di miopia lieve e media. Si effettuano
una serie di incisioni con un bisturi con lama di diamante, iniziando in
prossimità del centro della cornea verso la periferia (tecnica americana), o
dalla periferia verso il centro (tecnica russa), o combinando le due
tecniche. La zona centrale della cornea non viene incisa, lasciando una
finestra centrale trasparente.
Tali incisioni, da quattro a sedici, sono localizzate simmetricamente sulla
cornea, come le ruote di un carro, raggiungendo una profondità di circa il
90% dello spessore della cornea. Queste incisioni indeboliscono la periferia
della cornea provocando uno sfiancamento periferico con un conseguente
appiattimento del centro della cornea, che costituisce l'effetto desiderato.
A seconda dell'entità della miopia, variano il numero delle incisioni la
loro profondità e la distanza dalla zona ottica.
Con tale metodica, effettuabile anche in anestesia topica (collirio
anestetico), si correggono efficacemente miopie fino a 5-6 diottrie, con un
veloce recupero visivo.
Cheratotomia Astigmatica (AK)
Cornea after Astigmatic Keratotomy showing 2 arcuate incisions on steepest
axis
La Cheratomia Astigmatica viene utilizzata per correggere l'astigmatismo
regolare (non patologico). L'astigmatismo si verifica quando la cornea non è
egualmente sferica in tutti i quadranti. La cornea astigmatica ha
tipicamente una superficie più curva in un quadrante ed una più piatta in un
altro. Per rendere la cornea più sferica, si effettuano due piccole
incisioni concentriche nella periferia della cornea, localizzate nei
quadranti che presentano la superficie più curva. Queste incisioni sfiancano
la cornea nei quadranti più curvi consentendo alla cornea di appiattirsi e
di diventare sferica
Tale procedura, effettuabile in anestesia topica (collirio anestetico),
può avvalersi di strumenti che consentono una maggiore precisione del
taglio curvo (cheratotomi).
La Cheratoplastica Lamellare refrattiva
Keratomileusis: A piece of the cornea is dissected (left side), lathed
flat and sutured onto the cornea again (right side)
La Cheratoplastica Lamellare refrattiva viene più comunemente utilizzata per
correggere gradi di miopia da medi ad elevati. Questa tecnica chirurgica si
svolge in due tempi. Nella prima fase si crea un lembo corneale sottile nel
centro della cornea, mediante uno strumento micro-chirurgico chiamato
microcheratomo. Una volta formato il lembo, esso viene ripiegato per esporre
il tessuto corneale sottostante.
Nella seconda fase si rimuove una piccola porzione di tessuto
sottostante dalla cornea centrale. Il lembo, quindi viene riposizionato
e la cornea assume una curvatura più piatta.
In Italia i vizi di refrazione e le loro conseguenze (strabismo ed
ambliopia) sono riconosciuti malattie sociali sin dagli anni Sessanta. Ciò
non solo per l’alta prevalenza che presentano nell’ambito dell’intera
popolazione, ma anche per il carattere invalidante che possono raggiungere.
Negli USA un diacessettenne su quattro è miope con obbligo di correzione
ottica. Indagini epidemiologiche nelle scuole dell’obbligo hanno evidenziato
una prevalenza dell’ipermetropia e dell’astigmatismo pari al 40% degli
alunni, anche se poi non in tutti è sempre necessario il ricorso ad una
correzione ottica. Dopo le cure dentali, le ametropie costituiscono la
causa più frequente di intervento medico. Il budget per la correzione della
miopia negli USA supera il milione di dollari ogni anno. Già da questi pochi
esempi si evince tutta l’importanza che questo capitolo dell’oftalmologia
riveste oggi. In aggiunta, se prendiamo in considerazione tutti gli aspetti
psicologici e sociali che la necessità di una correzione ottica comporta, si
capisce allo stesso tempo l’interesse dei mass media per questo argomento.
Riuscire con un intervento chirurgico ad annullare un vizio refrattivo,
senza alcun rischio per il bulbo oculare a breve e a lungo termine,
costituisce uno dei campi d’interesse più importanti della ricerca
oftalmologica contemporanea. Dall’inizio degli anni Ottanta, sono state
sperimentate molte tecniche: alcune già sono entrate nella realtà clinica,
altre sono ancora in fase di sperimentazione. Un elevato interesse
presentano quelle tecniche che sfruttano l’energia laser. Tra queste va
ricordata la fotoablazione con laser ad eccimeri. Il termine laser ad
eccimeri deriva dalla contrazione di due parole: "excited" e "dimer".
Molecole diatomiche che esistono solo allo stato eccitato. Da una miscela di
due gas nobili, sotto eccitazione energetica, si ottiene la formazione di
molecole diatomiche, dimeri, che, diseccitandosi, si decompongono
rilasciando fotoni. Si ottengono così radiazioni laser nella banda
dell’ultravioletto: la sostanza utilizzata è il Fluoruro di Argon che
produce radiazioni della lunghezza d’onda (l) pari a 193 nm che non
comportano rischio mutageno. Il primo laser ad eccimeri venne realizzato
nei primi anni Settanta, nel corso di sperimentazioni condotte da Taboada
per conto dell’aeronautica statunitense. Nel 1975 lo stesso tipo di
radiazione veniva utilizzato nell’industria elettronica, per effettuare
microincisioni ad alta precisione su elementi di microcircuiti per computer.
Successivamente, un gruppo di ricercatori dei laboratori IBM ne studiò la
possibilità di applicazione nelle procedure di incisione e marginazione del
silicone e di altri polimeri organici. Fu proprio uno di questi ricercatori,
Srinivasan ad intuire insieme a Trokel, la possibilità di usare gli eccimeri
per incidere o riscolpire la superficie corneale. Riprendendo gli
esperimenti con il Fluoruro di Krypton sui conigli, Trokel incise una cornea
bovina ottenendo dei margini estremamente lisci, levigati, uniformi e senza
danni significativi alle strutture viciniori. Ne scaturì l’intuizione di
poter riscolpire la porzione centrale della superficie anteriore corneale
creando un neopiano capace di correggere i principali vizi di refrazione e
dotato di caratteristiche compatibili con i più elevati standard ottici:
nacque così la cheratectomia fotorefrattiva o PRK (PhotoRefractive
Keratectomy).
La Cheratectomia Fotorefrattiva è una delle tecniche di chirurgia refrattiva
più moderne, ed è applicata ai gradi lievi e medi di miopia. Viene
utilizzato un laser ad eccimeri per rimuovere una piccola quantità di
tessuto dalla superficie anteriore del centro della cornea. Questo laser
è un laser "freddo" in quanto non brucia i tessuti, ma li vaporizza
rompendone i legami molecolari. Il laser consente un rimodellamento
estremamente preciso della superficie della cornea, previa rimozione
meccanica di un sottile strato di tessuto chiamato epitelio, il quale
rigenera entro 24-48 ore e si conforma alla nuova, più piatta superficie
modellata dal laser.
Tale metodica va sempre più diffondendosi e grazie alla continua
evoluzione tecnologica, trova nuove ed importanti applicazioni come la
correzione di astigmatismo ed ipermetropia. La procedura si effettua in
anestesia topica (collirio anestetico) e talvolta, a causa di una più o
meno lieve opacità corneale indotta, il recupero visivo dura alcune
settimane.
Pregi della PRK
I
pregi di questa tecnica consistono nella sua facilità di esecuzione, nella
sua precisione di esecuzione nella scarsa traumaticità e nel fatto che non
presenta rischi di rilievo.
E’ una procedura completamente indolore ed eseguibile in ambulatorio; si
esegue in anestesia di sole gocce (collirio anestetico).
Il trattamento di superficie con laser ad eccimeri riesce a correggere con
buona esattezza la miopia lieve fino a circa 3 diottrie, è invece soggetto
ad imprecisioni oltre tale valore.
Tecnica di esecuzione della PRK
Al paziente viene richiesto di sdraiarsi sul lettino sotto al laser; viene
instillata qualche goccia di collirio anestetico; poi viene rimosso lo
strato più superficiale di cellule che ricoprono la cornea per esporre lo
strato sottostante all’azione del laser: al paziente viene poi richiesto di
fissare una luce rossa e l’operatore esegue il trattamento laser vero e
proprio che dura dai 30 ai 60 secondi circa. Alla fine viene applicata una
lente a contatto "terapeutica" che rimarrà in sede alcuni giorni.
Nelle ore che seguono il trattamento può comparire dolore, talvolta anche di
una certa intensità; esso è conseguenza della "ferita" indotta dalla
rimozione dello strato più superficiale di cellule che ricoprono la cornea.
Il dolore viene sensibilmente ridotto dalla lente a contatto "terapeutica"
applicata e viene controllato con farmaci antidolorifici.
La guarigione anatomica dall’intervento (cioè il ricoprimento della cornea
da parte delle cellule superficiali rimosse per fare il trattamento laser)
avviene in tempi abbastanza brevi cioè tre–quattro giorni; la guarigione
funzionale cioè il recupero visivo richiede un tempo maggiore (due-tre
settimane circa) mentre la completa stabilizzazione necessita talvolta anche
alcuni mesi.
L’intervento richiede attrezzature molto costose (un laser ad eccimeri di
terza generazione costa circa un miliardo di lire) che necessitano di
manutenzione continua e quindi economicamente parlando non è alla portata di
tutti i chirurghi e di tutti i pazienti.
LASEK
Consente di trattare difetti refrattivi di grado lieve e moderato.
La tecnica prevede il sollevamento (anzichè l'asportazione) dell'epitelio
corneale. Tale sollevamento viene ottenuto imbevendo l'epitelio di una
soluzione alcolica.
Al termine dell'intervento l'epitelio viene riposizionato sullo stroma
corneale, l'occhio viene medicato e si applica la lente a contatto.
Nella maggior parte dei casi il decorso post-operatorio è abbreviato
rispetto alla PRK.
EPILASIK
Consente di trattare difetti
refrattivi di grado lieve e moderato.
La tecnica prevede il sollevamento (anzichè l'asportazione) dell'epitelio
corneale.Tale sollevamento viene ottenuto con l'impiego di uno strumento
automatizzato di estrema precisione.
Al termine dell'intervento l'epitelio viene riposizionato sullo stroma
corneale, l'occhio viene medicato e si applica la lente a contatto.
Nella maggior parte dei casi il decorso post-operatorio è abbreviato
rispetto alla PRK.
Cheratomileusi In-situ Laser (LASIK) - Laser a Femtosecondi
La LASIK è una tecnica che combina due procedure precedentemente descritte:
la Cheratoplastica Lamellare (LK/ALK) e la Cheratectomia Fotorefrattiva
(PRK). La LASIK può potenzialmente correggere qualsiasi grado di miopia.
Grazie alla continua evoluzione tecnologica la LASIK è anche efficace nella
correzione dell'astigmatismo.
La
tecnica chirurgica consiste nel creare un sottile lembo corneale mediante
uno strumento micro-chirurgico ad alta precisione. Il lembo viene
delicatamente ripiegato per esporre il tessuto corneale sottostante. Il
secondo tempo della procedura utilizza il laser ad eccimeri per rimuovere
una precisa quantità di tessuto dal centro della cornea.
Il lembo corneale viene riposizionato sulla cornea ed assume la nuova, più
piatta curvatura, correggendo così la miopia.
La LASIK è una nuova tecnica che si è rivelata molto efficace nella
correzione della miopia e dell'astigmatismo fino ai gradi più elevati.
Pregi della LASIK
Questa operazione è completamente indolore, viene effettuata in anestesia
topica (cioè anestesia a base di soli colliri) e viene eseguita
ambulatoriamente; abitualmente si opera prima un occhio ed il secondo dopo
una settimana; ma è anche possibile l’intervento simultaneo dei due occhi.
Dopo l’operazione, contrariamente a quanto succede nella PRK, il paziente ha
solo una modesta sensazione di corpo estraneo ma non ha dolore.
Il recupero visivo è piuttosto rapido ed avviene in poche ore; la
stabilizzazione completa della visione richiede invece un periodo di qualche
settimana.
L’intervento offre risultati duraturi nel tempo; non riduce la robustezza
della cornea e non induce modificazioni interne.
Il laser ad eccimeri applicato all’interno della cornea consente di
correggere gradi di miopia molto più elevati che con il trattamento ad
eccimeri in superficie (stessa cosa vale per l’astigmatismo e
l’ipermetropia).
La LASIK è l’intervento più usato a livello internazionale per le miopie
superiori alle 3 diottrie ma funziona molto bene anche nelle miopie lievi;
viene utilizzata con molto successo anche per la correzione
dell’astigmatismo e dell’ipermetropia.
DIFFERENZA FRA PRK E LASIK
PRK o
fotoablazione di superficie con laser ad eccimeri per la correzione
della miopia leggera
LASIK o cheratomileusi con laser ad eccimeri all’interno della cornea
per la correzione della miopia medio-forte
1. E' una procedura laser
1. E’ una procedura mista chirurgica e laser
2. Fornisce i migliori risultati nella miopia lieve
2. Fornisce risultati molto buoni nella miopia media e forte, ma
anche in quella lieve.
3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di
collirio anestetico
3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di
collirio anestetico
4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni
necessarie a correggere il difetto del paziente
4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni
necessarie a correggere il difetto del paziente
5. L’oculista "raschia" la cornea in superficie (rimuove cioè lo
strato di cellule che rivestono la cornea) sulla zona in cui verrà
eseguito il trattamento laser
5. L’oculista applica sull’occhio il "microcheratomo" cioè
l’apparecchio che consente di tagliare un sottile strato di tessuto
corneale (poco più di un decimo di millimetro); il lembo tagliato
viene poi aperto come fosse la pagina di un libro
6. Il laser viene centrato esattamente sulla superficie anteriore
della cornea corrispondente al centro della pupilla; esso viene poi
attivato dal chirurgo ed esegue il trattamento previsto in un tempo
che varia fra i 30 ed i 60 secondi.
6. Il laser viene eseguito sulla parte interna della cornea esposta
durante la fase precedente. Come per la procedura di superficie,
ogni colpo di laser asporta un quarto di micron cioè un quarto di
millesimo di millimetro.
7. L’occhio viene poi protetto con una speciale lente a contatto
terapeutica
7. Il "libro viene chiuso", cioè la porzione di cornea sollevata per
il trattamento laser, viene riposizionata senza necessità di sutura
e l’occhio rimane sbendato
8. L’intera procedura dura poco meno di dieci minuti e può essere
utilizzata anche per correggere l’astigmatismo leggero e
l’ipermetropia leggera
8. L’intera procedura dura meno di dieci minuti; essa può essere
utilizzata anche per la correzione di astigmatismi e ipermetropie
lievi, medi e forti
9. Il paziente viene medicato con un collirio antibiotico e dopo
pochi minuti viene dimesso con l’occhio protetto da un occhiale da
sole
9. Il
paziente viene medicato con un collirio antibiotico e viene mandato
a casa con l’occhio protetto da un paio di occhiali da sole
10. Il trattamento in se stesso è completamente indolore.
L’occhio è fastidioso e dolente nelle prime 24 ore cioè fino a
quando le cellule rimosse con la "raschiatura" iniziale non si
saranno in parte riprodotte. I fastidi persistono per 4-5 giorni.
10. L’intervento ed il decorso postoperatorio sono indolori.
Dopo l’intervento è presente solo una modesta sensazione di corpo
estraneo che dura solo qualche ora. Il bulbo non è dolente.
11. L’occhio comincia a vedere dopo 4-5 giorni ed il completo
processo di guarigione richiede alcuni mesi
11. L’occhio comincia a vedere già alcune ore dopo l’intervento; il
processo di guarigione si completa poi nel giro di qualche settimana
In conclusione la PRK è più semplice da eseguire; dopo l’intervento
però l’occhio è spesso dolente ed è lento a guarire.
In conclusione la LASIK è un poco più difficile da eseguire; dopo
l’intervento però il paziente non soffre e recupera rapidamente la
vista.
Novità nella tecnica LASIK - Lasera femtosecondi
La tecnolgia IntraLase® è
una nuova tecnologia laser che utilizza i Femtosecondi per una maggiore
precisione di intervento.
"Nel sistema Internazionale per le unità di misura il prefisso “Femto”
indica 10-15 parti dell’unità di misura - 1 milionesimo di miliardesimo.
1 Femtosecondo rappresenta il tempo necessario ad un elettrone per passare
da un atomo all’altro."
IntraLase® viene utilizzato nella prima fase di lasik e sostituisce il
microcheratomo meccanico per la preparazione del lembo corneale.
L'accuratezza e precisione del lembo corneale preparato da IntraLase®, un
laser allo stato solido a Femtosecondi, risulta nettamente superiore al
seppur buono risultato ottenibile con il microcheratomo meccanico.
Vantaggi: estrema sicurezza dell'intervento, creazione di un lembo corneale
perfetto ed omogeneo in tutte le sue parti, assenza di dolore post
operatorio, rapidissimo recupero visivo, tecnicamente la scelta del paziente
condidabile alla chirurgia introstromale (LASIK) è meno vincolata alle
curvature corneali se si utilizza Intralase®.
Svantaggi: un costo maggiore dovuto all'utilizzo di un ulteriore macchina
laser e a volte breve periodo di fotofobia dopo l'intervento.
Inconvenienti e
complicazioni della LASIK e della PRK
Poter scolpire la superficie dell’occhio con una precisione di millesimi di
millimetro per mezzo di un raggio di luce, quasi senza toccare l’occhio, è
qualcosa di estremamente affascinante; a questo trattamento così preciso
però non sempre corrisponde un’altrettanta esatta correzione del difetto
miopico; infatti con una frequenza valutabile dal 5 al 20% dei casi (più la
miopia iniziale è alta più esiste questa possibilità) la correzione ottenuta
può essere imprecisa o regredire.
Ciò significa che una certa percentuale di pazienti dopo il trattamento non
ottiene il risultato desiderato o vede regredire parte della correzione
ottenuta con il trattamento (che comunque non raggiunge i valori di
partenza) per cui può aver ancora bisogno di occhiali anche se il loro uso
diviene meno frequente perché l’intervento comporta comunque una riduzione
del difetto e quindi un miglioramento della funzione visiva senza lenti.
La regressione accade perchè fattori estranei alla mano del chirurgo ed alla
precisione del laser e dell’intervento possono influenzare la guarigione e
quindi il risultato; per meglio capire il fenomeno occorre tener presente
che, malgrado lo strumento sia molto preciso nel suo lavoro, la risposta dei
tessuti all’azione del laser ed il processo di guarigione possono essere
diversi da caso a caso.
Quando il risultato refrattivo desiderato non viene ottenuto è possibile un
ritrattamento dopo un certo periodo dalla prima procedura.
Alla possibile regressione si associa talvolta una lieve velatura della
cornea nella zona trattata; essa compare tanto più spesso quanto più elevata
è la miopia che viene trattata (questa è anche una delle ragioni per cui con
la PRK si trattano solo miopie lievi).
Questa velatura può determinare modeste riduzioni dell’efficienza visiva e
qualche difficoltà nella guida notturna; essa regredisce di norma
progressivamente in un arco di tempo di circa sei mesi.
Altre difficoltà sono rappresentate da aloni intorno alle luci,
abbagliamenti, fastidio alla luce (fotofobia); essi accompagnano di
frequente le prime fasi postoperatorie e si attenuano con il passare delle
settimane.
Tutti i
suddetti disturbi, relativamente frequenti con i laser di prima e seconda
generazione si verificano molto più raramente con le macchine di terza
generazione e nel caso di trattamenti per difetti leggeri, il tutto a
vantaggio del risultato per il paziente che quindi può ora affrontare la
loro correzione con maggior tranquillità ma soprattutto con maggior
possibilità di avere un trattamento che risolva completamente il suo
difetto.
Trattare i due occhi assieme o separatamente?
Intervento nei due occhi insieme
Intervento nei due occhi separatamente
Operando i due occhi nello stesso giorno si fa una sola seduta
chirurgica; ciò vuol dire che il paziente ha un solo stress
chirurgico.
Quando si opera prima un occhio e dopo alcuni giorni l’altro
occorrono due sedute chirurgiche.
Dopo l’intervento i due occhi si trovano nella stessa situazione,
hanno gli stessi disturbi, la stessa cura e recuperano la vista
insieme per cui sono più equilibrati.
Nel periodo che intercorre fra un intervento e l’altro l’occhio
operato vede in un modo e quello non operato in maniera diversa.
L’occhio non operato è in difficoltà perché non può usare la lente a
contatto (in previsione dell’intervento) e perché l’occhiale non
viene tollerato (per la differenza fra un occhio e l’altro).
L’intervento fornisce un risultato più simile nei due occhi perché
le condizioni fisiche ed ambientali sono uguali.
Operando prima un occhio e successivamente l’altro si ha il tempo di
valutare il risultato ottenuto con il primo intervento e di
programmare eventuali modifiche per il secondo intervento
C’è minor dispersione di tempo e di energia.
E’ importante per chi lavora, studia o per chi, non abitando nella
città ove viene eseguito l’intervento, deve viaggiare e stare in
albergo.
Operando prima un occhio, lasciando qualche giorno di intervallo e
poi operando l’altro si perdono alcuni giorni in più.
Nei giorni successivi i due occhi seguono la stessa cura e vengono
controllati insieme.
Occorre effettuare le cure e le visite di controllo prima per un
occhio e poi per l’altro.
In ogni intervento di qualunque tipo c’è la possibilità di
infezione; nella chirurgia laser della cornea questo rischio è di
circa 1 caso ogni 3000-4000 interventi.
Con l’intervento contemporaneo dei due occhi c’è la possibilità che
l’infezione colpisca ambedue gli occhi.
Nel caso di interventi separati il rischio di infezione è
globalmente minore.
L’intervento
sulla cornea è una procedura di superficie e quindi la terapia
antibiotica agisce molto bene nel prevenire le infezioni.
In conclusione
L’intervento simultaneo dei due occhi offre un recupero visivo
globale più rapido nell’insieme è più comodo. In caso di problemi è
più facile che essi interessino ambedue gli occhi.
L’intervento separato è lievemente più sicuro ma comporta per il
paziente maggiori disagi, maggior perdita di tempo ed un recupero
visivo globale più lento.
Impianto di lente intraoculare
La lente intraoculare è una lente correttiva, introdotta all'interno
dell'occhio, che permette di modificare permanentemente la messa a fuoco,
riducendo od eliminando difetti di refrazione anche molto forti. L'intervento
non necessità di degenza; l'anestesia praticata è di tipo locale. Dopo aver
sterilizzato il campo operatorio, si pratica una piccola incisione nel bulbo
oculare, attraverso la quale si introduce la lente, davanti o dietro l'iride, a
seconda dei casi.
E’ una tecnica
che viene utilizzata quando non è possibile usare la LASIK; oppure quando si
devono correggere difetti molto forti e la sola LASIK non è sufficiente.
L’impianto può essere eseguito con due tecniche fondamentali.
Il primo caso: si impianta un cristallino artificiale, collocato al davanti
dell'iride o dietro all’iride e si lascia in sede il cristallino naturale.
L’operato si trova così con due cristallini.
Nel secondo caso si effettua la sostituzione del cristallino: si procede
come per rimuovere la cataratta soltanto che in questo caso si asporta un
cristallino trasparente anziché opaco, e successivamente si impianta una
lente intraoculare. Togliendo il cristallino naturale viene però rimosso
anche il naturale meccanismo di accomodazione e quindi la possibilità di
spostare il fuoco in modo automatico dalla visione per lontano a quella per
vicino. Un occhiale o per l'una o l'altra distanza è dunque sempre
necessario.
Entrambi questi interventi sono intraoculari, quindi più traumatici e più
suscettibili a dare complicazioni.
Il recupero funzionale è di solito molto rapido. Le strutture posteriori
dell'occhio non vengono influenzate ed il paziente non subisce variazioni
nell'accomodazione. È importante ricordare che nelle miopie elevate spesso
sono presenti alterazioni retiniche in grado di condizionare il risultato
dell'operazione.
Il consenso informato
Prima di ogni intervento laser o chirurgico è indispensabile che il paziente
legga, comprenda e firmi il Consenso Informato; esso informa sui vantaggi e
sui rischi dell’intervento ed autorizza il chirurgo ad eseguirlo.
Le nuove disposizioni in materia sanitaria lo richiedono.
1. Le tecniche per uno
specifico intervento di microchirurgia oculare sono più d’una. La
struttura cui mi rivolgo conosce ed effettua tutte le tecniche di
intervento più diffuse o, in alternativa, è in grado di inviare pazienti
ad altri specialisti se il caso lo richiede.
2. Le diverse tecniche
di microchirurgia oculare mi sono state illustrate compiutamente e mi è
stato rilasciato materiale illustrativo esaustivo.
3. Sono stato
sottoposto ad un’accurata visita di idoneità dallo stesso chirurgo che
eseguirà l’intervento anche per escludere la presenza di patologie o
condizioni che sconsigliano l’operazione.
4. Mi è stato chiarito
a quale tipo di intervento verrò sottoposto, con quale tecnica e il
perché della scelta.
5. Ho parlato
direttamente con il chirurgo che praticherà l’intervento degli aspetti
clinici e delle mie aspettative e motivazioni all’operazione.
6. Ho avuto assistenza
nella lettura del consenso informato, senza limiti di tempo.
7. Ho potuto parlare
con personale specializzato degli aspetti psicologici legati
all’intervento e abbiamo verificato che avessi compreso le informazioni
ricevute nel corso della visita di idoneità.
8. Ho incontrato
personale competente al corrente della mia situazione clinica, cui posso
rivolgermi in qualsiasi momento, anche dopo l’intervento chirurgico, per
avere risposta alle mie domande.
9. Ho valutato con buon
senso le condizioni di sicurezza, pulizia e ordine della struttura cui
mi sono rivolto.
10. Ho ricevuto un
preventivo completo dei costi dell’operazione e, se non comprese, delle
visite preliminari e di controllo.
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